Recensione

Com'è morto Hitler? Che cosa sapeva Stalin delle circostanze del suo suicidio? Perché, se ne aveva le prove, continuò a sostenere con i suoi alleati occidentali che Hitler fosse fuggito? Per la prima volta, dopo oltre settant'anni, il governo russo ha consentito a due giornalisti e documentaristi, nonché a uno dei più illustri medici legali francesi, Philippe Charlier, di consultare gli archivi segreti sull'incredibile caccia al cadavere di Hitler da parte delle spie sovietiche: gli interrogatori dei testimoni degli ultimi giorni del Fuhrer, la pianta del bunker dove Hitler ed Eva Braun si sposarono e poi si suicidarono, a quanto si ritiene, il 30 aprile 1945, un piano di fuga, una grande mole di verbali, ma soprattutto resti umani: un pezzo di cranio che presenta il foro della pallottola che lo uccise, un frammento di mandibola, alcuni denti attribuiti a Eva Braun. All'indomani dell'armistizio, riuscirono o no i russi a identificare il cadavere di Hitler, nonostante fosse stato probabilmente bruciato? Nell'assenza del cadavere, i dubbi che Stalin istillò si propagarono come una cancrena e continuano ancora oggi ad alimentare ogni genere di fantasma. Esaminando archivi inediti e utilizzando le metodologie più moderne, gli autori ci consegnano un'inchiesta che riscrive gli ultimi giorni della seconda Guerra Mondiale, l'inizio della Guerra Fredda: e getta una luce definitiva sul giallo storico più discusso del Novecento: il giallo della scomparsa del cadavere di Hitler.
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