Recensione

La bicicletta è un’invenzione che da 150 anni fa felice il mondo. La sua felicità sta forse proprio nell’insieme di pochi, semplici parti meccaniche che, unite fra loro, formano un tutto lieve e armonico: due ruote, un telaio, un manubrio, una sella, una catena... Vorremmo lievi e armonici anche la nostra vita, i nostri incontri, l’esperienza dei nostri corpi e delle nostre menti in relazione con noi stessi e gli altri. Sappiamo tuttavia che non sempre è così: le ruote si bucano, i telai s’incrinano, i manubri si stortano, le selle si sfondano, le catene s’inceppano o cascano... Sappiamo anche però che pedalare aiuta a stare meglio. Come ci raccontano, nell’ideale prosecuzione del libro Pedalo dunque sono (2011), cinque autori – uno psicologo, un giornalista, un urbanista, un educatore e un organizzatore culturale – e dieci emblematiche “storie” che vanno alla conquista della felicità prendendo spunto concettuale da un componente o da un accessorio di bicicletta: così alla catena è associata l’idea della trasmissione di una passione da padre in figlio, le ruote simboleggiano la ciclicità degli eventi storici che si ripetono nel tempo, il manubrio la capacità di “sterzare” dalla linea retta e dalla consuetudine, il pedale la volontà di spingere a fondo per superare le difficoltà di una malattia, il fanale il fascio di luce che ci mostra la strada anche quando intorno a noi s’è fatta buia la notte della vita... Perché la bicicletta, e le parti di cui è composta, sanno raccontare storie che resistono alla fatica e dicono molto di più di un viaggio o di una corsa. Tutti gli autori hanno firmato il volume Pedalo dunque sono. Pensieri e filosofia su due ruote e sono appassionati praticanti della bicicletta. Carmine Abate, architetto e docente di Semiotica dell’architettura allo Iuav di Venezia, è attivo da quasi trent’anni nella promozione del territorio e nella difesa dell’ambiente. Socio di Italia Nostra, si occupa anche di urbanistica e di progettazione di ciclovie. Silvano Bordignon, psicologo, professore di filosofia, giornalista e formatore, è fondatore del movimento “Slow Bike”. Abita a Rosà, qualche chilometro a sud di Bassano del Grappa, e si muove dal suo paese quasi esclusivamente in bicicletta.Mirco Corato, laureatosi con una tesi sulla cinematografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia, lavora come educatore e organizzatore culturale. Da diversi anni collabora con l’associazione EQuiStiamo seguendo in particolare il progetto d’area “gusti Berici” e, dal 2012, “Vaghe stelle”, un progetto di ricerca territoriale a piedi e di esplorazione dei dintorni. Nel 2009, con Giulio Todescan e Annamaria Macripò, ha realizzato il film documentario Good Luck Vicenza. Nicola Corato, laureato in filosofia a Padova, insegna filosofia e letteratura. Nel 2008-2009 ha partecipato al progetto di ricerca Sviluppi a Nordest. Lorenzo Parolin, bassanese, giornalista, scrive per il “Giornale di Vicenza”. Ha curato la raccolta di saggi “La società del progresso” (2009) e nel 2010 ha pubblicato una raccolta di racconti Quasi cento anni. Appassionato di montagna e ciclismo urbano, si muove quasi esclusivamente in bici.
Indietro