Recensione

Exit.

Titolo: Exit.

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Nell’annuncio abbagliante della calura estiva gli ospiti giungono alla villa uno alla volta. Due giovani donne: la bella Pamela, caustica e passionale, e la fragile e intensa Clarisa. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La cinquantacinquenne vedova Tevener, la signora con i capelli rossi più allegra che si fosse mai vista. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno una grande famiglia, pronta a vivere e a dissolversi, nel gioco del destino e della passione. Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Ad accogliere gli ospiti due medici in camice bianco e l’infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara pranzi e cene di ottima fattura. Doublés di carne, salsicce e uova, sottili fette di roast beef, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d’uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz. Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l’infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi. E soprattutto iniziano a conoscersi a vicenda, perché è nella villa che si sono incontrati per la prima volta. Le loro vite, fino al loro ingresso nell’incanto di Exit, non hanno avuto nulla in comune. Ma cosa stanno davvero facendo, e perché hanno deciso di trascorrere in questo modo il loro tempo? Ciascuno di loro, per motivi differenti, deve inventarsi una fine, un’uscita di emergenza. Ed Exit è l’unico posto al mondo in cui salutare la vita regala l’emozione e la meraviglia di un sensuale sogno estivo.
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