Recensione

Cos'hanno in comune un cadavere sepolto all'ex Petrolchimico di Porto Marghera e tre anziani morti nel loro motoscafo speronato in laguna da un lancione granturismo? Per il commissario Aldani si presenta un'inchiesta difficile, perché andrà a smuovere i fantasmi del Petrolchimico, con i suoi operai morti di cancro da cloruro di vinile monomero, il letale CVM usato nella produzione della plastica. Un passato doloroso e ingombrante, quello del Petrolchimico di Porto Marghera, una ferita aperta che un processo giudiziario dalla sentenza storica ma tardiva non è riuscito a rimarginare. Un passato che lo tocca da vicino e che Aldani dovrà affrontare anche in nome di suo padre, che a Porto Marghera ha lavorato, destreggiandosi tra inquietanti imprenditori in odore di malaffare, Pubblici Ministeri alquanto spigolosi e uno strano rogo in un bar cassa Peota a Marghera. Sullo sfondo, il business milionario delle bonifiche nell'ex area industriale dismessa e l'ombra delle infiltrazioni mafiose nelle imprese, ma anche una Venezia martoriata, in cui le tradizionali attività commerciali rischiano di essere fagocitate dalla bolla del turismo di massa e cialtrone. La doppia indagine costringerà Aldani a fare i conti con il proprio passato e a superare le tentazioni del presente, grazie anche alla presenza al suo fianco, discreta e rassicurante, della moglie e dei tre figli.
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