Recensione

Proprio così: la frase, «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», non apparteneva originariamente al Vangelo di Giovanni, ma fu aggiunta da uno sconosciuto copista. Errori, aggiunte, varianti e modifiche come questa sono sorprendentemente la regola nella lunga e complessa storia che ha portato dalla stesura dei primi Vangeli al testo che leggiamo oggi. Come ci mostra Bart D. Ehrman, una delle massime autorità mondiali nel campo degli studi biblici, le copie più o meno antiche giunte a noi differiscono tra loro in una miriade di punti e alcune discrepanze toccano nodi centrali della dottrina come, per esempio, la natura divina di Gesù o il mistero trinitario, e sono il frutto di alterazioni, sia intenzionali sia accidentali, introdotte dagli scribi.
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