Recensione
Un viaggio nell'Italia che predica bene e razzola male.
Dopo «Attenti ai buoni», ecco un «Attenti
ai tromboni», che smaschera le ipocrisie di
chi ci insegna il senso della vita e forse ha perso
il senso della misura. Fatti e non giudizi, episodi
concreti e non sermoni morali, cronaca e non paternali:
un viaggio che vi regalerà tanti sorrisi e
qualche motivo per riflettere. Ma soprattutto quanche strumento per difendervi dai maestrini sempre pronti a salire in cattedra.
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