Recensione

Rodolfo Graziani, maresciallo d`Italia, è stato insieme a Pietro Badoglio il più noto e discusso comandante militare del periodo fascista. Con questa biografia Romano Canosa, studioso del Ventennio, intende dare "un giudizio complessivo sul maresciallo e sulla sua personalità, che vada al di là degli anatemi da cui è stato colpito dopo la fine della Seconda guerra mondiale". Personalità complessa, dai tratti eccessivi ed egocentrici ("una smisurata autostima, una tendenza a rancorosi risentimenti, una sospettosità diffusa e universale e, infine, una intelligenza politica non molto acuta"), Graziani fu a suo agio soprattutto nel `mestiere delle armi`: in Libia nel 1922 riconquistò la colonia, minacciata dalla resistenza araba; in Etiopia nel 1935 aprì il cosiddetto fronte Sud, occupando il paese a partire dalla Somalia e ricorrendo come sempre ai bombardamenti indiscriminati, all`incendio dei villaggi, persino ai gas vietati dalle convenzioni internazionali; nominato viceré d`Etiopia, non seppe pacificare i suoi sudditi se non con la violenza, culminata nella orrenda strage del monastero copto di Debra Libanos. Anche per questo, nel timore di critiche internazionali, Mussolini lo richiamò in patria, dove il maresciallo rimase fino alla seconda grande occasione della sua vita: la guerra in Libia contro gli inglesi e i loro alleati negli anni 1940-41. E fu una sconfitta, causata in parte dalla nostra inadeguata dotazione (peraltro denunciata dallo stesso Graziani) di carri armati e di aerei. Un altro insuccesso concluse, dopo l`8 settembre 1943, la sua terza e ultima esperienza militare, al servizio del regime di Salò: l`iniziativa di costituire al Nord un esercito da affiancare ai tedeschi, i quali però, memori del voltafaccia degli ex alleati, non se ne fidarono. Imprigionato, dopo la fine della guerra, per collaborazionismo, Graziani fu liberato nel 1950 e militò nel Movimento sociale italiano, dove la sua irriflessiva irruenza di ex militare più volte si scontrò con la burocrazia del partito. All`avventura di Salò e alle vicende del dopoguerra Canosa ha dedicato un`attenzione particolare.
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