Recensione

«Ebbene sì, sono l'unico che abbia scritto più libri di quanti ne abbia letti.» Niente paura: Antonio Cassano non ha deciso di diventare uno scrittore, ma dopo il clamoroso successo di Dico tutto non ha resistito a mettere nero su bianco dribbling e cassanate, lampi di genio e battute innocenti, che si rivelano autentiche perle di saggezza sparate con la potenza del suo destro. Le mattine non servono a niente raccoglie 365 colpi di tacco sotto forma di aforisma (abbiamo controllato, finisce con la "a") che sintetizzano la filosofia di vita del fuoriclasse e aspirante maitre-à-penser. Non c'è campo che Antonio non affronti. Solo per citarne alcuni: l'amore - n. 39: «Una ragazza fidanzata con un altro che sta con te la prima sera... è meglio che non diventi la tua fidanzata» -, i rapporti di lavoro - n. 156: «La buona volontà è fondamentale. Ho fatto decisamente prima a fare pace con Delneri che a capire che cazzo stesse dicendo» - e il bon ton - n. 84: «Se vuoi fare colpo su una donna, regalale 500 rose», n. 85: «Se non hai i soldi per comprare le rose, diventa amico di un fioraio». Preziosi consigli da centellinarsi uno al giorno per un anno intero, che vi faranno ridere e pensare (che ci crediate o no). E in più, un assist alla Fondazione Borgonovo per dribblare la Sia.
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