Recensione

L'infanzia negli anni Quaranta in un piccolo paese del vicentino a giocare con le 'sioramandole', a scappare dal folletto 'Salbanelo', a mangiare il 'macafame' o i 'pevarini', cantando "Maridete Orelia" a squarciagola per rimuovere la paura degli scoppi delle bombe. La piccola Imelde accompagna la mamma al fiume a fare le 'strussie', e ascolta i racconti delle vecchie che rievocano 'sti ani'; vede arrivare i soldati tedeschi, con il fucile tra le mani; si affeziona alle 'pepole', al maiale, destinati alla cucina povera; impara a tenere per sé le emozioni, ad avere pudore del corpo, a riconoscere le 'anguane', a non piangere per gli 'andoleti' (i bambini morti prematuramente). Indossa il vestito della festa e va a messa la domenica, per lavarsi l'anima. Un libro che regala un'istantanea del passato e che offre una visione critica sugli eventi storici che hanno segnato l'Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
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