Recensione

Il sud del Nord. Il Triveneto 1866-1922

Titolo: Il sud del Nord. Il Triveneto 1866-1922

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Il Sud del Nord. Il Triveneto 1866-1922” è il racconto tra storia e cronaca dei primi decenni di storia italiana del Triveneto. Erano gli anni in cui, come suggerisce il titolo, il Triveneto era considerato il meridione del Nord, perché povero, culturalmente chiuso, monopolizzato da una forte presenza clericale. Eppure, e le ricerche storiche sempre più lo stanno dimostrando, in questa area considerata marginale era già attivo uno spicchio di modernità, magari non pienamente colto, magari sfruttato in modo inadeguato, eppure assolutamente centrale per il nuovo stato. Esperienze industriali come quelle di Marzotto ma soprattutto Alessandro Rossi e Breda; intuizioni di modelli di finanziamento per lo sviluppo come quelli di Luigi Luzzatti con le banche popolari e Leone Wollemborg con le casse rurali; le invenzioni turistiche veneziane e le sperimentazioni dell’Università di Padova sono tutti pezzi portanti di una Italia futura, moderna che nascono in questo angolo di mondo martoriato dalla pellagra, dalla emigrazione per fame, da un tasso di analfabetismo drammatico. Non si tratta di contraddizioni, in realtà, come dimostra il libro di Jori, ma di una via alla modernità intuita, ma non sostenuta fino in fondo. Come se il Veneto fosse sì sempre stato un grande laboratorio di idee, portatore di una visione del lavoro nobile e moderna, ma in qualche modo incapace di tradurre pienamente in realtà ciò che germogliava, per una prudenza eccessiva, per la fragilità delle classi dominanti, per arretratezze mentali che diffidavano del nuovo e temevano che la modernità sfuggisse di mano. ( tratto da Il Mattino)
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