Recensione
Di lui si diceva che fosse “fantastico a costruire le squadre con cui poi altri vincevano”; per lui Mourinho aveva coniato l’espressione tormentone “zero tituli”; il massimo a cui poteva aspirare era l’epiteto di “allenatore-zio”. Il nuovo eroe italiano d’oltremanica sembra una promessa di riscatto per tutti gli eterni secondi. Ma chi è davvero Claudio Ranieri?È uno che nella sua carriera ha vinto e perso, come tutti, anzi lui ha più vinto che perso, ma finora pochi sembravano essersene accorti, forse perché gli mancava nel palmares lo scintillio dello scudetto o forse, come dicono i malevoli, perché in Italia si preferiscono gli allenatori tutti genio (presunto) e sregolatezza, le macchiette sufficientemente isteriche e preferibilmente omofobe che arringano i giocatori a suon di turpiloquio. Invece Claudio Ranieri è semplicemente un formidabile maestro di calcio. E ora che la favola del Leicester si è compiuta, ennesima variante del trionfo di Davide contro Golia, si può dire che forse un altro calcio è possibile. Anzi, come hanno scritto i giornali inglesi, che “Leicester è il calcio come dovrebbe essere sempre”. Malcom Pagani, che con Claudio Ranieri ha una lunga consuetudine, può raccontare questa storia fuori dallo stereotipo antico e dal mito recente, mostrandoci attraverso le sue parole come “solo chi capisce poco di calcio può celebrare questa vittoria come l’improvviso miracolo capitato a un allenatore normale o giù di lì”.
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