Recensione
Venezia è come uno di quei messaggi chiusi in una capsula ermetica e sepolti da qualche parte per i posteri: sotto un manto stradale, in una navicella spaziale, in una tomba. Qui risuonano i canti notturni dei gondolieri secondo Goethe, i racconti delle imprese amorose di Giacomo Casanova, i sospiri della poetessa prostituta Veronica Franco. Tra le sue calli, sulle sue spiagge, Proust ambientò alcuni capitoli della Ricerca del tempo perduto, Thomas Mann narrò l'amore infelice di Gustav von Aschenbach ne La morte a Venezia, Luchino Visconti girò le scene notturne del suo Senso. Venezia è un messaggio temporale grande come una città di centomila abitanti. Aliena, lontana, antica, sollecita nella mente del viaggiatore l'idea di un momento irripetibile, memorabile, eterno.
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