Recensione
in questo libro Clelia d'Onofrio racconta come è nato il suo grande amore per i sapori e per le tradizioni. La sua storia inizia all'ombra dei rami di un immenso fico bianco, con cui, bambina, stringe un'insolita, dolcissima amicizia segreta. Mentre lui ascolta in silenzio, lei racconta la sua vita come fosse una favola dove emozioni, scoperte, dubbi, presentimenti, gioie e paure sono avvolti dai profumi e dai sapori dei cibi che aiutano il suo crescere. Clelia bambina svela all'albero le personali scoperte gastronomiche, le ricette di casa, della cuoca e delle amate zie; scambia opinioni sulla bontà di quei piccoli fichi morbidi e grassottelli dalla polpa soave e zuccherina; evoca l'indimenticabile e strano primo assaggio di un uovo al tegamino col tartufo. Ai racconti entusiasti di merende, pranzi e cene, Clelia alterna anche domande a cui solo Fico Bianco sa rispondere, e che solo lei sa tradurre: "Voi alberi vi parlate? Di che colore è il chiaro di luna? Davvero mangi rugiada a colazione?" Con toni delicati, la scrittura di Clelia d'Onofrio crea un mondo dove fantasia e realtà convivono, alternandosi in un continuo andirivieni tra i tempi dell'infanzia e quelli della maturità. Che vuol dire viaggiare attraverso i sinceri sapori della nostra terra, ma anche conservare la memoria di quanto la vita tra gioie e dolori ci regala, fino a cogliere quanto in comune abbiano lo scrivere e l'evolvere di un piatto.
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