Recensione
Alle tre del pomeriggio di un sabato del 1911, Oskar Johansson - brillatore alle prese con la costruzione di una ferrovia - rimane coinvolto in una devastante esplosione. Il giornale locale lo dà per morto, ma si sbaglia. Perché Oskar Johansson è un sopravvissuto dalla nascita. Nonostante le gravi ferite riportate, il giovane operaio torna al lavoro, e torna a vivere. E la sua sarà una vita di forti passioni: un grandissimo amore, tre figli, e un travolgente ardore civile e politico, che lo animerà fino ai suoi ultimi giorni. Morirà nel 1969, dopo aver visto l'inizio di qualcosa che assomiglia vagamente alla rivoluzione che aveva sempre aspettato, e che continua a immaginare dall'isolotto nell'arcipelago dove, ormai in pensione, trascorre l'estate in una vecchia sauna da lui risistemata.
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