Recensione
Carl Streator è un vedovo solitario, sui quaranta anni. Per il suo lavoro di reporter gli viene commissionata una serie di articoli sulla Sindrome Infantile della Morte Improvvisa. Nel corso di questa investigazione scopre qualcosa di terribile: la presenza in tutti i luoghi dove sono morti dei bambini piccoli dell`antologia "Poesie e Versi Da Tutto Il Mondo", sempre aperta alla pagina dove compare un canto africano per `addormentare` i piccoli. Questo canto si rivela essere un`arma letale se la si legge o se la si pensa `dirigendolo verso qualcuno`. Una volta insediatosi il canto nel suo cervello, Carl si ritrova a diventare - senza volere - un serial killer. Allora si associa con una agente immobiliare, una certa Helen Hoover Boyle (specializzata nella compravendita di case `con presenze`, `spiritate` e che ha perso un figlio con la ninna nanna anni prima) e insieme si imbarcano in una odissea in giro per gli USA con lo scopo di togliere di torno tutte le copie del libro dalle biblioteche, nel timore che il virus verbale mortale si diffonda fino a cancellare ogni forma di vita umana. Ad accompagnarli ci sono l`assistente di Helen, Mona Sabbat, una serissima aspirante strega e il suo boyfriend Oyster, un ecoterrorista che vive di truffe e di ricatti. Su di un piano "Ninna Nanna" è una raggelante parabola sui pericoli di infezioni psichica in un`epoca di proliferazione spropositata dell`informazione: "Immagina una peste che ti può essere trasmessa attraverso le orecchie... immagina un`idea che occupa la tua mente come una città". Ma è anche un thriller mozzafiato, con una trama ricca di suspence e di sorprese. Infine, trattandosi di un romanzo di Palahniuk, è una black comedy che lo impone definitivamente come il più divertente dei nichilisti e il più importante visionario di oggi.
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