Recensione
Questa è una storia leggendaria, il mito di una dinastia di ribelli ostinati in un sogno, perseveranti nel costruirlo contro ogni sconfitta del presente, "…i candidi, gli innocenti, gli ignoranti, i pazzi d`amore, avevano imparato a essere più grandi delle trame più nere e più astute, più forti degli eserciti". Quindi una storia di eterna rivolta, di vite che si intrecciano e si confondono con la Storia, edificandone una loro che non si pieghi alla schiacciante prepotenza del potere, all`insolenza del tiranno, allo sconforto della sconfitta, una storia madre di fraterna giustizia, di amorevole libertà, di una "gioiosa e ardente futura umanità", "questa l`unica vera certezza che abbia mai avuto l`Artista dell`anarchia, che ogni cosa verrà alla luce una volta ancora". è una storia di molte vite e infinite gesta, vite che non hanno avuto voce e vite la cui alta voce è stata dimenticata, sepolta sotto una contemporaneità immemore. C`è fra quelle vite un personaggio di pura leggenda, una donna nata nel 1901 che ancora oggi è viva, "l`essere umano più antico del mondo", lei conosce ogni storia e ogni storia ha vissuto, è la Canarina. Le chiamavano così le ragazze che nella Grande Guerra lavoravano nell`industria bellica al munizionamento, dove nel caricare le granate per i cannoni il tritolo tinteggiava di giallo il viso e le mani. Aveva sedici anni la Canarina, e ogni giorno nascondeva sotto le unghie dei piedi qualche grano di quel composto micidiale, sottraendo un po` di guerra alla guerra, raccogliendolo in una scatola di legno e portandolo con sé attraverso tutto il `900 fino a oggi. Cosa ci fa una vecchia di centovent`anni con cinque chili di tritolo in una cassetta che ha attraversato epoche e oceani e continenti, guerre e rivoluzioni, da Genova a New York a San Pietroburgo? Da un secolo si sta prendendo la libertà di averlo e di non usarlo. E se ne andrà dal mondo in pace solo quando saprà che ....
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