Recensione
"è naturale soffrire intensamente per una perdita, un abbandono o una delusione, ma il dolore è sempre transitorio, se non lo rendiamo permanente. La sofferenza si prolunga quando ci ostiniamo a cercare cause e soluzioni fuori di noi, mentre la guarigione viene solo dall'interno. In questo libro parlo delle storie di chi ce l'ha fatta. Chi è guarito dal disagio o da una ferita psichica ha qualcosa di speciale, qualcosa che accomuna tutti coloro che hanno superato il dolore: tutti hanno scoperto un nuovo atteggiamento mentale, un nuovo modo di vivere l'esistenza. Come hanno fatto? Fondamentalmente in tre modi, l'uno imprescindibile dall'altro. Il primo è la resa. Sì, si sono arresi, e così facendo hanno fatto pulizia dentro le loro menti. Il secondo modo è la percezione. Guardare il dolore come se non ci fosse che quello, senza pensiero alcuno, essere soltanto presenti alla sofferenza, immergendosi in essa senza avere nient'altro in mente. Il terzo modo è riscoprire le azioni nitide, quelle cioè che si svolgono nella spontaneità e senza sforzo. Sono le cose che ci piacevano nell'infanzia, che magari abbiamo dimenticato e che ci 'venivano facili', perché appartengono al nostro inconscio, alla nostra unicità."
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