Recensione
Dopo averci svelato i misteri della sezione aurea, Mario Livio ci guida in un altro territorio di sorprendenti avventure intellettuali e umane: quello dell`algebra e delle formule per risolvere le equazioni. È una storia che parte dagli egizi e dai babilonesi, risolutori delle equazioni di primo e di secondo grado, e prosegue nel Rinascimento italiano, in cui Niccolò Tartaglia, Gerolamo Cardano e Ludovico Ferrari arrivarono a risolvere quelle di terzo e quarto grado. Ma i veri protagonisti del libro di Livio sono due geni, vissuti all`inizio dell`Ottocento e morti l`uno di tubercolosi a 26 anni e l`altro, in duello, a 20: il norvegese Adel e il francese Galois. Entrambi dimostrarono che non poteva esistere una formula per risolvere le equazioni di quinto grado o superiori. E proprio da qui è nata una nuova branca dell`algebra, la teoria dei gruppi, il "linguaggio" dei modelli nascosti e delle simmetrie nell`arte, nella musica, nelle scienze naturali (e anche nei caleidoscopi o nel cubo di Rubik): un linguaggio di cui Livio ci rivela tutta la bellezza e il mistero.
Indietro