Recensione
Ci sono tanti libri di fiabe, anche se adesso, forse, non sono più di moda, surclassate da cartoni animati, sempre più abitati
da supereroi, che non si capisce bene che mondo salvino a ogni piè sospinto, ma si muovono tanto e, soprattutto, strillano.
Questa raccolta di favole alla vecchia maniera, è stata scritta in primo luogo per conservare un patrimonio di sapienza
popolare, che si sta spegnendo in silenzio ed è un peccato, perché le vecchie fiabe avevano in coda la loro morale e,
mediante gli esempi positivi e negativi che portavano, insegnavano ad agire nel giusto mezzo senza tanti preamboli e tante
prediche. In secondo luogo questa raccolta è dedicata agli adulti, soprattutto ai meno giovani, che forse ritroveranno in essa
il profumo della loro infanzia e di una lingua – il veneziano – che è nobile e antica e permette di esprimere la gamma più
ampia di sentimenti e di situazioni, esaltando soprattutto l’ironia, della quale i nostri padri furono maestri. Queste favole, oltre
che veneziane, sono venete, riguardano cioè tutto il vasto territorio della nostra regione e forse alcune di loro, le più
avventurose e articolate, in origine furono racconti da filò. Se qualcuno vorrà leggere queste favole ai bambini ne sarò felice,
e ancor più se i nostri sofisticati marmocchi se le leggeranno da sé, magari divertendosi (non si sa mai).
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