Recensione
Tutte le parole e le emozioni, i pensieri e le esternazioni di un mostro sacro della musica italiana, mescolate alle notizie su di lui, alle curiosità e agli aneddoti. Biagio Antonacci è un caso rarissimo: è un cantautore con una lunghissima gavetta alle spalle (il primo disco, Sono cose che capitano, è del 1989), e una luminosa carriera che continua in crescendo. Ogni suo album vende più del precedente, ogni volta che va in tour ci si chiede come sia possibile trovare un posto che contenga tutti i suoi fan. Nonostante questa straordinaria popolarità, Biagio continua a essere schivo e a centellinare le apparizioni televisive e le interviste a radio e testate. Il mondo di Biagio Antonacci è un collage di frasi e commenti, ricordi e polemiche. Un libro per andare a scavare nel modo di essere di un artista che è una contraddizione vivente: sexy ma timido; anarchico che vorrebbe una donna che sta a casa; di mestiere cantante senza aver mai studiato musica; autore di testi polisemici: a una lettura superficiale sembra che parlino solo d'amore, mentre trattano anche di tolleranza, di potere, di ipocrisia, di religione. E per rendere omaggio al primo milanese per il quale si sono spalancate le porte di San Siro, per ricordare da dove è partito (Rozzano, periferia di Milano) e guardare dove è arrivato, cercando di immaginare verso quale forma d'arte farà il prossimo passo.
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