Recensione
Delft, XVII secolo, una casa nella zona protestante della città... Griet, la giovane figlia di uno dei decoratori di piastrelle più rinomati di Delft - privato, per un incidente, "degli occhi e del lavoro" -è in cucina quando ode voci decisamente insolite nella casa di un modesto decoratore... voci che suggeriscono "immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce". Sull`uscio appaiono improvvisamente due figure: un uomo dagli occhi grigi come il mare e un`espressione ferma sul volto lungo e spigoloso, e una donna - piccoli ricci biondi, sguardo che guizza qua e là nervosamente - che sembra portata dal vento, benché la giornata sia calma. Sono Johannes Vermeer, il celebre pittore, e sua moglie Katharina, gente ricca e influente, proveniente da vicino, dal Quartiere dei Papisti, eppure lontanissima da Griet e dal suo mondo.
Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto `stuiver` al giorno, dovrà fare le pulizie nell`atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente, senza spostare né urtare nulla.
Romanzo che ci conduce là dove l`arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile: tra Vermeer e Griet, l`artista e la serva, l`amato e l`amante, l`uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un`intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette.
"La ragazza con l`orecchino di perla" ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea, sulla dedizione e sul coraggio femminile.
Indietro