Recensione

Caesar. L`italiano che dominò il mondo

Titolo: Caesar. L`italiano che dominò il mondo

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Per oltre quattro secoli l`onnipotente impero romano domina su gran parte delle terre conosciute. Le pietre angolari di questa stupefacente compagine statale, multietnica e viva di innumerevoli culture, vengono poste da un uomo solo, un uomo di eccezionali doti e carisma, riservato e ambizioso, e capace di farsi anche amare: Caio Giulio Cesare. Cesare, che sconfigge l`orgoglioso Vercingetorige, che seduce la splendida Cleopatra, il valente scrittore, l`oratore facondo, lo stratega impareggiabile. Ma quali straordinarie risorse di energia e coraggio, abilità politica e militare deve possedere per conquistare da solo territori immensi, dalle Alpi alle Ardenne, dai Pirenei al Mare del Nord, soggiogando nel contempo l`intero mondo mediterraneo dell`Oriente? Non solo: riesce a portare a termine questa impresa combattendo vittoriosamente una guerra civile contro Pompeo. Sposato più volte, a capo di eserciti a lui fedeli fino all`estremo sacrificio, non insensibile alle attenzioni di giovani e attraenti segretari, Cesare resta però un eroe solitario: anche durante i bagni di folla che si celebrano nell`Urbe, in mezzo al popolo che lo acclama perché ha saputo togliere ai ricchi per dare ai poveri e distribuire terre ai veterani delle legioni, è solo. E per ciò stesso sempre in pericolo. Ma Cesare ama il rischio. Tutta questa gloria acquisita, tutta questa venerazione che sarebbe da tributarsi più a un dio che a un essere umano possono però far perdere il senso della realtà. Assiso sul suo trono, dittatore e console a vita, pontefice massimo e imperator, Cesare, accecato dai suoi trionfi, non sa scorgere i pugnali che lo minacciano nell`ombra. Svetonio, l`autore delle "Vite dei dodici Cesari", scrive nell`ultimo capitolo dedicato a Caio Giulio: "Morì nel suo cinquantaseiesimo anno di età e fu annoverato tra gli dèi... Durante i primi giochi celebrati in suo onore dopo l`apoteosi da Augusto suo erede, una cometa apparsa verso l`undicesima ora brillò per sette giorni consecutivi e si credette che fosse l`anima di Cesare assunta in cielo. E` per questo motivo che lo si rappresenta con una stella sopra il capo. Quanto ai suoi assassini, nessuno gli sopravvisse per più di tre anni, e nessuno perì per cause naturali... Alcuni di loro si diedero la morte con lo stesso pugnale con il quale avevano osato colpirlo".
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