Recensione

"Il vino ammicca, stuzzica, provoca, guarda, accarezza, allude, sorride, commuove, scopre e insegue. Ma è anche lascivo, inafferrabile, etereo, inebriante, sfuggente, struggente e avvolgente. Liquido per definizione e per natura, il vino è seducente come mai lo sarà la birra o l'orzata, la camomilla o il mate de coca andino che pure evoca inesistenti e solforosi stordimenti. Quanto a seduzione, con un whisky o un cocktail ci farete lo stesso che con un thè alla vaniglia o una tisana della nonna. Zero, e dovete semplicemente capire il perché... L'alcol vi ubriaca, non vi seduce: il vino prima vi seduce e poi vi aiuta a sedurre. Si fa desiderare. Gioca con voi a rimpiattino, chiuso in quel vetro ingannevole, nascosto dietro l'etichetta che vi ha incantato. Si concede poco a poco, lasciandosi all'aria e alla luce e chiedendovi musica, gioco, parola, celia e letizia. In una parola, vi strega. Dalla più buia notte dei tempi l'uomo è sedotto dal vino, e l'umanità usa il vino per farsi sedurre da baccanti e sàtiri, o per sedurre anime e corpi, donne e uomini, individui e masse. Ecco dunque "Vineide". Per chi ha capito che il grande mistero del vino altro non è che quello di essere uno straordinario, fedele, imbarazzante specchio dell'Uomo e della sua lancinante voglia di non essere solo, di custodire e nutrire passioni, emozioni, sogni, fantasie, amori, speranze."
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