Recensione

Veneto in Armi - Tra mito della nazione e piccola patria

Titolo: Veneto in Armi - Tra mito della nazione e piccola patria

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La vita e la cultura militare hanno rappresentato uno degli snodi principali della pedagogia nazionale e della rappresentazione dell`identità italiana. Fucina dello Stato unitario negli anni eroici del Risorgimento. L`Esercito fu senza dubbio la prima e più importante "scuola della nazione" italiana. Ai suoi ufficiali, dipinti dalla pubblicista come sacerdoti del culto nazionale e alfieri della nuova Patria, venne affidato il compito di fare gli italiani, un ruolo che interpretarono con fortune alterne. Al cadetto che usciva dalla scuola militare veniva insegnato a vedersi come il fulcro della società. Attraverso lunghi anni di addestramento avrebbe plasmato i coscritti fino a farne bravi cittadini, disciplinati e amanti della Patria e del re. Grazie al fascino della divisa e all`alone di eroismo che la circondava, il "gentiluomo in uniforme" si sarebbe dovuto imporre nei salotti e nei circoli dell`alta società, diventandone un membro ricercato e influente. Ma la realtà con cui il corpo ufficiali italiano dovette fare i conti fu spesso molto meno brillante. Divisi da rivalità sociali, regionali ed economiche, minati nel loro prestigio dalle sconfitte sul campo di battaglia, dipinti come spese improduttive insostenibili per la giovane nazione, i militari furono spesso incapaci di proporsi come uno strumento efficace di nazionalizzazione. L`incontro tra la società militare e società locale si risolse così talvolta in una fragile integrazione, talvolta in sorda estraneità. Nella storia di questo incontro, il Veneto occupa un posto particolare. Annesso all`Italia dopo le catastrofi di Lissa e Custoza, per molti anni considerato una marca di frontiera militarmente poco imporante, il Veneto vide concretizzarsi una rete di rapporti del tutto originali tra Esercito e società, in cui a predominare fu il disinteresse dei veneti per il mestiere delle armi e per il codice dei valori ad esso sotteso. Gli ufficiali dell`Esercito italiano che affollavano le città del Nord Est dopo il 1866 si trovarono a fare i conti con una popolazione su cui il fascino della divisa e lo spettacolo militare facevano ben poca presa. Mentre i coscritti veneti, disciplinati e robusti, riempivano le caserme della penisola, ben pochi borghesi e aristocratici della regione decidevano di entrare nelle scuole e nelle accademie militari, testimoniando così la scarsa vocazione della classe dirigente locale ad avventurarsi al di fuori del proprio mondo. Ad un tempo sintesi delle cronache e della storia del Veneto che fu e ricerca originale e provocante Veneto in armi racconta il confronto mai risolto tra il mitico eroe della nazione e una piccola patria fatta di campanili, costumi, tradizioni, linguaggi non ancora scomparsi. Dalle parate sfavillanti di alamari e sciabole ai campi di battaglia della Grande Guerra, dai balli nobiliari alle trincee, in queste pagine si riesaminano con rigore le origini e i perché di un`identità nazionale incerta, di un legame tra Italia e Veneto che nemmeno il sangue della guerra può stringere del tutto.
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