Recensione

I dodici sospetti

Titolo: I dodici sospetti

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Quella festa di mezza estate, la notte più breve dell`anno, Annika Bengtzon l`aspettava più di ogni altra. Annika, con Thomas e i bambini, è pronta a partire, le valigie sono preparate, il traghetto li attende. Destinazione quell`isola dell`arcipelago di Stoccolma che non sarà mai raggiunta perché arriva dalla redazione una telefonata inaspettata: Michelle Carlsson, controversa conduttrice televisiva, è stata assassinata in un castello del Sormland, durante la registrazione di un talk show. In famiglia è la guerra (perché la vacanza è annullata), nel giornale è il tumulto (perché la notizia è spettacolare), pure Annika sente accanto a sé la presenza assurda e degradante della morte per assassinio. Che cosa ridicola morire in un castello, in presenza di dodici ospiti, come in un libro di Agatha Christie. Che cosa inadeguata ritrovarsi lì, ancora una volta, con l`antagonista di sempre - il commissario Q -, incapace di capire che, dietro quello che appare, un dramma profondo ha avuto il suo terribile esito. E` proprio in quel mondo esasperato e vacuo delle star televisive che - Annika capisce ben presto - si possono scatenare una follia, un odio senza eguali; e quale vittima, se non Michelle (l`egocentrica, la seduttiva Michelle!), poteva essere sacrificata? Il controllo e la razionalità della nostra detective, in questo caso, sono esemplari. Un castello, dodici sospetti, impercettibili indizi fanno di questa avventura un modello quasi perfetto di come un thriller debba essere concepito. Dopo "Delitto a Stoccolma" e "Studio Sex", Liza Marklund torna a far rivivere la caparbia ma vulnerabile cronista Annika Bengtzon in un coinvolgente e claustrofobico romanzo. Ma non è una sorpresa - dopo le storie di Hoeg e Mankell - che il freddo Nord produca film e libri straordinari.
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