Recensione

Il sentiero dei passi perduti.

Titolo: Il sentiero dei passi perduti.

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Gastner torna a narrare vicende romanzate, ma ispirate a fatti realmente accaduti, che hanno sullo sfondo il nostro paesaggio veneto. Passato, presente e futuro sono i cardini sui quali ruotano le trame e i personaggi, l’autore spesso ricrea sulla carta le figure dei suoi protagonisti facendo tesoro di conoscenze e di incontri realmente accaduti. Uomini e donne, rianimati dalla narrazione, si muovono su un palcoscenico noto eppure che pare senza confini: la valle del Brenta, ricca di storia e di natura, assieme al Grappa e alla Pedemontana, divengono fucina di storie da raccontare; i passi che ha percorso e che continua a percorrere sui sentieri la gente che abita il territorio, e che nel libro è ritratta con autenticità – il prete, un anziano dal comportamento particolare che riesce a donare il suo racconto solo a un bambino, una donna che ha perduto l’amore – se narrati, non sono passi perduti. Andrea Gastner, scrittore bassanese è stato definito “il cantore della civiltà del Brenta e del tabacco, delle masiere e dell`Altopiano, della vita dura e aspra della gente veneta”. è autore dei romanzi Valle amara. I giorni del ritorno (1998), La levantina. I giorni dell`esilio (1999) e Shalom. I giorni dei ricordi (2001) che costituiscono la cosiddetta “Trilogia della Valle del Brenta e dei Drigo”. Nel 2002 ha pubblicato I racconti del Canal di Brenta e nel 2004 Stagioni lontane, due raccolte molto apprezzate alle quali ha fatto seguito il romanzo Eugenia Venier nel 2006. Del 2008 è la raccolta di racconti Sul fiume tra gli argini.
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