Recensione

La scoperta delle Americhe, la Riforma e Controriforma, la rivoluzione copernicana, la nascita di nuovi classi sociali, in meno di un secolo trasformano l'uomo occidentale da centro di un mondo ordinato a granello di polvere dentro un universo senza inizio né fine. Abiurando progressivamente ad astrologia e magia e reclamando uno spazio di autonomia per le loro ricerche, un manipolo di menti straordinarie - da Copernico a Newton - diventano testimoni del nuovo mondo: più complesso, più libero, più responsabile, e tragicamente sperduto nell'immensità del creato. Dove la verità non è più assoluta né rivelata, e dove anche l'errore ha un ruolo fondamentale. In questa catena di scoperte, cruciale è la figura di Galileo Galilei, uomo contemporaneo, eroe e vittima della propria intelligenza scomoda, che si fonda sul dubbio contro la rigidità del pensiero. "L'unico fiorentino nato a Pisa", lo definisce Marco Paolini, che racconta questa storia prendendola dal basso, senza accademia, ma con uno sguardo da meccanico dell'istituto tecnico. Oltre al testo dello spettacolo, il libro contiene un intervento di Marco Paolini, un contributo del drammaturgo e coautore di "ITIS Galileo" Francesco Niccolini, e uno di Stefano Gattei, filosofo della scienza e consulente scientifico dello spettacolo.
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