Recensione

a cura di Castelvecchi

Titolo: a cura di Castelvecchi

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`Euro-Jihad`: con l`attentato di Madrid dell`11 marzo 2004 la strategia di Al Qa`ida entra pesantemente negli equilibri di potere europei. Non solo un gesto militare eclatante, ma una lucida e mirata politica di pressione per intimidire i Governi, cambiare gli assetti dei Parlamenti e i pronostici di voto (il ribaltone delle elezioni spagnole lo dimostra), e gettare le popolazioni dei Paesi occidentali nello sgomento. I portavoce di Al Qa`ida sono stati chiari: Madrid è stata solo un avvertimento, e la minaccia adesso si estende all`imminente tornata delle elezioni europee di giugno, come pure alle Olimpiadi di Atene di luglio. Ma da dove viene Al Qa`ida? Cosa vuole ottenere veramente? Quali sono i gruppi di influenza che si celano dietro bin Laden? La nascita risale alla resistenza antisovietica in Afghanistan negli anni Ottanta, e il primo elemento rilevante è quello organizzativo: non una piramide, bensì una serie di moduli e di sub-organizzazioni, interconnesse ma relativamente indipendenti. Una struttura orizzontale `light`, sfuggente, flessibile, che qualcuno ha paragonato a un virus mutante, in grado di mimetizzarsi nell`organismo ospite per anni prima di manifestarsi con effetti devastanti. Gli uomini di Al Qa`ida sono a proprio agio sia nei corridoi delle grandi società di Borsa sia nelle trincee tribali afghane. Vestono da combattenti, parlano da religiosi e pensano da finanzieri globali. Il secondo dato di grande novità è che Al Qa`ida costituisce un ponte tra l`Islam wahhabita e le altre correnti dell`islam, in particolare quelle sunnite, come pure l`iranismo sciita, l`estremismo pashtun, kashmiro e deobandita, fino all`Indonesia: un nuovo `Islam degli Islam`, una setta di sintesi postmoderna che vuole riassumere e superare tutte le correnti preesistenti, in cui bin Laden agisce da nuovo Profeta predicatore e Imam combattente. La nuova Jihad non vuole rivali: per questo non esita ad attaccare e punire, con eguale spietatezza, obiettivi occidentali, obiettivi indiani, obiettivi islamici moderati e tutto quello che comunque le è di intralcio. II terzo aspetto innovativo è che dietro questo terrorismo-rete non si muove esattamente uno Stato o un gruppo di Stati, ma un cartello di interessi finanziari, commerciali, militari e criminali che trasversalmente tocca estensioni territoriali e quadranti strategici imprevisti: le risorse petrolifere, il narcotraffico dall`Afghanistan all`America Latina, il commercio di diamanti dal Sudafrica all`Olanda, l`alta finanza di Wall Street, i valichi montani del contrabbando che, dal Waziristan pakistano al Kurdistan, dal Kosovo alla Cecenia, filtrano incessantemente merci, carburanti, esseri umani, droghe, armi. Il progetto politico sembra voler destabilizzare il mondo per dominare, attraverso le leve di un Islam semplificato e riformato, enormi interessi e ricchezze.
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