Recensione

Michelangelo. Rumore e paura.
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Titolo: Michelangelo. Rumore e paura.

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La parabola di un artista predestinato – narrata da Vasari nelle Vite con l`ammirazione che già suscitava nei contemporanei – capace di realizzare tra Firenze, Bologna e Roma una sequenza di capolavori che lo affermano come un maestro assoluto, venerato, copiato, rispettato per tutti i secoli a venire, fino ai giorni nostri. Le parole di Sgarbi guidano lo sguardo alla ricerca delle fonti e delle consonanze che le opere, opportunamente interrogate, ci suggeriscono: così sentiamo nostro il dolore muto e senza tempo della Madonna della Pietà vaticana, la forza interiore del David, proviamo la stessa vertigine provata da Raffaello nella Cappella Sistina, di fronte al gesto assoluto che unisce e allontana Dio e l`Uomo. Ancora vibriamo dell`energia che la pietra trasmette ai Prigioni, al Mosè, all`estremo abbraccio tra la madre e il figlio nella Pietà Rondanini. E in questo viaggio Michelangelo non ci appare mai solo: egli studia e rivoluziona la lezione dei maestri del passato – Masaccio, Donatello, Antonello da Messina –, si confronta con gli artisti coevi – Niccolò dell`Arca, Bellini, Mantegna –, e dialoga con i pittori e scultori successivi su cui eserciterà la sua influenza, dai manieristi che ne subiranno il mito a Tiziano, Caravaggio, Picasso, Pollock, fino all`arte contemporanea. Vittorio Sgarbi insegue Michelangelo nello stupore della bellezza, indaga le ombre della sua personalità inquieta, e pagina dopo pagina la storia del più grande di tutti diventa una storia che ci riguarda, il racconto del genio che ha mostrato al mondo l`anima dell`uomo. "Michelangelo evoca fantasmi. Nelle sue opere non c`è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d`animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento.
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