Recensione
La vita breve di Srinivasa Ramanujan, genio della matematica.
Nel 1913 Godfrey Hardy, il più grande matematico inglese dell`epoca, ricevette la lettera di uno sconosciuto che scriveva dall`India per sottoporgli alcune sue idee sui numeri. L`autore era un impiegato della Corte dei Conti Madras, Srinivasa Ramanujan Iyengar, che aveva studiato praticamente da autodidatta e dichiarava di dovere le sue intuizioni alla dea Namagiri, protettrice della sua famiglia. Hardy si rese subito conto che la lettera era opera di un genio e organizzò il viaggio di Ramanujan da Madras a Cambridge: ebbero così inizio un`amicizia e una collaborazione tra le più singolari nella storia della scienza. Il giovane indiano, sotto la guida di Hardy, concepì una formidabile cascata di teoremi (quasi 4000) e congetture che sbalordirono il mondo scientifico e che avrebbero avuto sorprendenti applicazioni, a decenni di distanza, in settori come la chimica e l`informatica. Ma la sua non fu solo una vicenda di trionfi e grandezza: se Cambridge permise a Ramanujan di coltivare serenamente la sua vocazione, l`incontro con la gelida Europa di inizio secolo, fu anche causa di un spaesamento affettivo e intellettuale che ebbe un prezzo assai caro. Dopo sette anni, lontano dalla famiglia e dalla patria, cadde malato e tornò in India solo per morirvi. L`appassionata biografia di Robert Kanigel racconta una delle grandi menti matematiche del Ventesimo secolo: ma è anche un libro che ci fa riflettere sulla complicata relazione fra Oriente e Occidente, e sulle vie imprevedibili dell`intelligenza, della creatività, dell`intuizione.
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