Recensione
La buona filosofia, diceva Foucault, è "lavoro sui nostri limiti", ovvero "paziente fatica che dia forma alla nostra impazienza per la libertà". E tale impazienza non è che un altro nome per ribellione. Chi teme il rischio della libertà, argomenta Giovanni Boniolo, è facilmente indotto a cercare protezione nel Magistero di una Chiesa o nei dettami di un funzionario di partito. E di fronte all`impeto di nuove pratiche di ricerca, quali quelle scaturenti dalla nuova biologia, non vale celarsi sotto l`ombrello di un qualche Comitato di bioetica. Alla chiacchiera moralistica e alle pretese dogmatiche delle varie fedi, Boniolo contrappone la sobrietà scientifica di Darwin, andando a ricercare le origini animali della nostra capacità morale, ma guardando all`evoluzione culturale per capire il gioco della differenza tra i vari codici etici. Il volume di questo filosofo-scienziato offre una critica radicale dell`attuale `ideologia italiana` circa le grandi questioni sollevate dalle scelte morali - dallo statuto dell`embrione all`eutanasia - e racconta in maniera affascinante alcune vicende esemplari - dalle avventure intellettuali del padre dell`evoluzionismo alle perplessità di uomini e donne `senza qualità` di fronte alla sfida infinita di un mondo in divenire.
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